venerdì 29 dicembre 2017

Pellestrina, l’invasione massiccia su un asfalto ecologico “non sicuro”

Andar in bicicletta su un’esile striscia di terra, tra mare e laguna, di circa 8 km, con due strade, una carrabile e una fronte laguna. Da circa quattro anni, è arrivato il turismo ciclabile. Ma in modo massiccio, quindi per l’isola si tratta di una fastidiosa invasione non controllata. Lo sparuto gruppetto di ciclisti, la famigliola che viene a trascorrere in isola il fine settimana per godersi la bellezza del luogo, non fa testo. Ma le “mandrie” di 100/200 ciclisti domenicali o festivi, che prendono d’assalto il ferry agli Alberoni, e che scesi a Santa Maria del Mare occupano entrambe le carreggiate della strada, qualche problema lo provocano, anche di sicurezza. Soprattutto perché l’isola non ha una pista ciclabile degna di questo nome. L’antefatto: 7 anni fa perse la vita in un incidente stradale un bimbo di nove anni, Brahim. In suo nome venne avviata una campagna per la sicurezza stradale. E partì l’idea della pista ciclabile. Un centinaio di metri vennero realizzati nella strada dei murazzi, restringendo le carreggiate già strette, in tempi brevi. Un altro centinaio di metri furono dedicati a S. Maria delMare, in una stradina che collega la strada dei murazzi a quella fronte laguna. Bellissima, con una vista mozzafiato,mabreve. Nelle informazioni sulla viabilità dell’isola poi, la pista ciclabile è indicata come la strada lato laguna fino ad arrivare in località Portosecco, campo sportivo, dove, dopo anni di promesse e rimpalli di responsabilità è stata finalmente adattata a pista ciclabile una via esterna a qualunque circolazione, dove il turista e ciclista può godere per circa 3 km di un paesaggio unico: laguna e cielo. Peccato che ci sia l’inghippo. Tale pista, nell’accesso a Portosecco e a Pellestrina (vicino al cantiere Actv) ha un centinaio di metri per parte ancora sterrati. È stata realizzata in asfalto ecologico, talmente sottile che, in caso di emergenza o incidenti nessun mezzo di soccorso può transitarvi. Segnalazioni sono partite dalla Protezione civile e da cittadini responsabili. Ma pare che sia stato proposto di creare dei percorsi di soccorso trasversali da mare a laguna e installare idranti in corrispondenza. Quei 3 km sono costeggiati da orti e appezzamenti di verde privati: quindi un’altra decina d’anni per avviare espropri. E niente illuminazione, soltanto piccoli quadrati catarifrangenti poggiati a terra. È proprio per questo, anche la biciclettata di Ferragosto, manifestazione isolana storica, ha seguito il percorso tradizionale, ovvero della strada dei Murazzi. 300/400 persone in bicicletta, seguite costantemente dalla Protezione civile e dai carabinieri, non potevano transitare in un luogo dove, anche per una piccola caduta non avrebbero potuto essere soccorsi. Il resto della “pista ciclabile” è la strada lato laguna fino al duomo di Ognissanti. Poi altri 100 metri lato mare fino al cimitero di Pellestrina. Qui vi è il battello per Chioggia, che può imbarcare fino a 10 biciclette, mail sabato e la domenica vi sono un paio di corse dedicate soltanto a questi mezzi, sia in andata che in ritorno. E a Chioggia spesso l’imbarcadero non è sufficiente a contenere tutti i turisti.
Annalisa Busetto

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