domenica 13 agosto 2017

Lucio, la bellezza di stare dentro la città

Lucio Bisutto ha dieci fratelli, è figlio di pescatore e a 11 anni ha iniziato a lavorare come garzone da un panettiere a San Piero In Volta, isola in cui è nato. La prima chitarra l'ha presa in mano che aveva 6 anni. Era quella del padre che come lui e una infinita miriade di parenti ama la musica, In casa sua cantavano e cantano tutti. E lui, ora titolare del ristorante Giorgione in via Garibaldi a Castello, lo fa tutte le sere per gli ospiti. Del resto, ha cercato un locale per poter cantare e intrattenere i suoi ospiti. Lo fa tutte le sere.A Pellestrina ha lavorato dal panettiere fino ai 18 anni, quando ha rilevato il forno e poi lo ha allargato con adiacente un negozio di vicinato per creare posti di lavoro anche per i fratelli.Dopo aver prodotto i "bussolai Bisutto" che ancora oggi si producono nell'isola, ha ceduto il forno ad un suo dipendente e una trentina di anni fa ha deciso di andarsene e di aprire un ristorante a Jesolo. Ma sul litorale la stagione dura poco per Lucio, in inverno non si lavora. E dopo alcuni anni a Jesolo si sposta in centro storico a Venezia. Rileva un ristorante in via Garibaldi e lo rilancia. Da un quarto di secolo Lucio è la voce melodica di via Garibaldi. Con la sua chitarra e a volte accompagnato da altri musicisti, intrattiene i suoi clienti che spesso arrivano proprio per sentirlo cantare. Ha inciso una musicassetta e cinque cd con canzoni della tradizione veneziana, senza dimenticare la musica popolare del nostro Paese. Il suo idolo è stato e sarà sempre Domenico Modugno.«Io sono autodidatta, ma in questi anni ho imparato molte cose e mi sono migliorato, perché ho suonato con diverse persone e da tutte si impara qualche cosa. Le soddisfazioni maggiori le hai quando un cliente torna a trovarti e ti chiede una canzone particolare e ti mostra, magari dal telefonino, una vecchia foto che ha fatto anni prima quando era stato al ristorante. Anche se non sei in forma e hai la voce non perfetta, è un dovere cantare per queste persone»

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