mercoledì 19 ottobre 2016

Morte bianca, processo 10 anni dopo

Un operaio croato fu trovato con la testa sfondata: cinque indagati 

 Torna dal passato in un’aula del Tribunale l’inchiesta sulla morte bianca di un operaio al cantiere navale De Poli di Pellestrina, con il processo con rito abbreviato ai tre ex responsabili del cantiere - Massimo Juris, allora direttore generale; Gianluca Pagan, capo reparto; Marco Capon, responsabile della sicurezza - e l’apertura al patteggiamento ad un anno di reclusione per i fratelli croati Teranovich, dell’impresa subappaltatrice Dmt Doo, per la quale lavorava l’uomo, trovato con la testa sfondata nel febbraio del 2007. Così ha disposto, ieri, la giudice Marchiori, aggiornando l’udienza all’11 novembre, per risentire - a tanta distanza di tempo - i consulenti tecnici di accusa e difesa e il responsabile dello Spisal che seguì l’incidente. Sono passati quasi dieci anni da quel 7 febbraio, quando venne trovato esanime Marijan Panic, 47 anni, croato residente nell’isola. La ricostruzione dello Spisal individuò come causa del decesso, una caduta accidentale da 5-6 metri d’altezza, mentre l’uomo stava lavorando a una nave. Le consulenze medico legali misero però in crisi questa ricostruzione, dal momento che Panic non presentava alcun’altra lesione: potrebbe essere stato colpito da un oggetto caduto dall’alto? Il pm cambiò sede e di quell’inchiesta non si seppe più nulla, fino al Natale 2014, quando la pm Carlotta Franceschetti (alla quale è
infine arrivato il fascicolo) notificò l’iscrizione al registro degli indagati. La tesi difensiva degli avvocati Rampinelli, Ravagnan, Galli è che l’incidente sia avvenuto nell’area di esclusiva competenza della Dmt, oltre a rilevare l’incongruenza sulla dinamica del sinistro. (r.d.r.)

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