sabato 3 settembre 2016

Cercansi fanatici della rete per ripopolare Venezia


Cercasi disperatamente nerd, smanettoni e fanatici della rete per ripopolare Venezia. A lanciare l’appello è il professore Fabio Carrera: per lui la notizia dello spopolamento non è una novità. Non a caso il Venice Project Center ha già in cantiere alcune soluzioni, tutte Made in Venice. Il principio di fondo è utilizzare i cervelli veneziani per portare avanti delle intelligenti start up che potrebbero poi essere esportate. «In una città complessa come Venezia i veneziani stessi hanno meglio di chiunque altro la capacità di trovare delle soluzioni», spiega il prof che vive tra Venezia e Boston. «Bisogna valorizzare e stimolare i giovani fin dalla scuola a sentirsi partecipi della città e quindi a rimanere qui. La nostra idea è creare realtà produttive nel campo delle smart city, assumendo e addestrando solo veneziani».
L’esperimento è già stato avviato in alcune scuole superiori veneziane, grazie a dei giovani particolarmente brillanti per tutto quello che riguarda la rete. Per esempio, il lidense Giacomo Giugie e l’arsenalotto Mattia Fusaro dell’Istituto Fermi di Venezia stanno aggiornando la cartografia di Jacopo de’ Barbari che si trova sul sito, aggiungendo informazioni su com’è stata rappresentata la città nei secoli. A breve, altri due studenti di Pellestrina e Murano inizieranno a lavorare a un progetto sulla sicurezza che prevede l’uso di lampioni intelligenti che si autoregolano in base al passaggio delle persone e ad altri segnali da definire che possono essere inseriti nella start up, sfruttando la rete wifi della città. Il primo prodotto commercializzabile appena realizzato, che dovrebbe entrare in vigore a fine anno, si chiama daaab.it ed è un’applicazione per l’Atvo (azienda trasporti Veneto orientale), ideata dai giovani veneziani Tomaso Minelli e Piero Toffolo, con a capo Paolo Corposanto, un ragazzo esperto di trasportistica del Lido. «Lanciamo un appello», annuncia Carrera, «a tutti i giovani veneziani patiti di informatica e di elettronica affinché ci contattino (carrera@wpi.edu) perché abbiamo in cantiere un’altra decina di start up da sviluppare. Ci serve manovalanza giovane che vuole restare a Venezia lavorando su questi prodotti immateriali». Il ricavato dell’applicazione sui trasporti è come quello che riceverebbe un tabaccaio vendendo i biglietti. Carrera e i suoi studenti hanno una serie di soluzioni per sfruttare le migliaia di stanze su Airbnb al fine di creare un fondo per i
giovani che hanno bisogno di soldi per acquistare una casa, ma questi sono solo alcuni dei tanti esempi che attendono di essere sviluppati dai veneziani per i veneziani. È tutto pronto, basta partecipare e credere che sia ancora possibile una Venezia a misura di veneziano. (v.m.)

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