sabato 13 settembre 2014

San Pietro e Pellestrina si riparla di fusione per combattere la crisi

Nuovo San Pietro e Pellestrina, due realtà calcistiche storiche per un’isola che ha fatto dello sport una missione grazie al grande impegno di dirigenti generosi e appassionati. Società che però appaiono “scomode” a molte altre della terraferma, per la distanza e una laguna che si frappone al momento di giocare contro. Daniele Scarpa, decano dei dirigenti calcistici dell’isola, e consigliere del Nuovo San Pietro osserva: «Sentiamo da molto tempo queste lamentele, soprattutto quando di mezzo ci sono incontri delle giovanili. Bene, noi, quella scomodità, non la affrontiamo solo una volta in una stagione, ma dieci o quindici per ciascun campionato. E accogliamo sempre tutti con il sorriso e grande sportività, e dispiace sentire queste cose». Fare sport a Pellestrina non è facile, e lo sarà forse ancora meno in futuro. «I costi per l’uso degli impianti crescono in continuazione» aggiunge Scarpa, «così come quelli dei club per far fare sport ai ragazzi senza gravare sulle famiglie. Ci sono in arrivo possibili tagli dal Comune di Venezia, mi chiedo se non sia questo il momento giusto per una fusione tra Nuovo San Pietro e Pellestrina. Ora più che mai servirebbe un accordo tra le dirigenze per potenziare il lavoro che già si svolge in maniera egregia. Storia a parte, mettendo in un cassetto i campanilismi, si potrebbe fare un salto di qualità. E che il nome della squadra venga scelto dai ragazzi con un concorso di idee, liberando la loro fantasia al di là delle rivalità storiche». (s.b.)

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