domenica 8 giugno 2014

Incendio, caccia ai responsabili

Paura per un centinaio di studenti che dormivano nella colonia

Indagini a tutto campo per cercare di individuare i responsabili dell'incendio che, l'altra notte, ha distrutto alcune vecchie baracche in legno nell'ex convento di Ca’ Roman. Se c'è una cosa, infatti, che appare certa in questa vicenda, è la natura dolosa delle fiamme.
La ricerca di eventuali tracce materiali (taniche vuote di liquidi infiammabili, resti di inneschi, ecc.) è affidata ai vigili del fuoco di Venezia, ma non è detto che vada a buon fine, dato che queste tracce potrebbero essere state “cancellate” dall'incendio stesso. E tuttavia i precedenti (due piccoli altri incendi lo scorso 18 maggio e vari atti vandalici, nel tempo, segnalati alle autorità dai gestori dell'oasi naturale) puntano tutti verso l'intenzionalità del gesto. Potrebbe essere stato l'insano “divertimento” di un gruppo di vandali, ma fa pensare anche il fatto che, sull'area andata a fuoco insista un progetto per la realizzazione di un complesso residenziale (42 villette) al momento bloccato da una sentenza del Consiglio di Stato.
Al di là delle possibili motivazioni del gesto, però, resta il rischio corso dalle persone, oltre un centinaio, che l'altra notte erano ospiti della colonia gestita dalle suore. «Tre classi di studenti di scuola media superiore, con accompagnatori e altri turisti», racconta Andrea Favaro, che è stato testimone oculare dell'incendio, «i primi che si sono accorti del chiarore delle fiamme hanno avvisato gli altri che dormivano. Poi ci siamo allontanati tutti dal posto. Non ci è mai sembrato di essere in pericolo, ma il vento tirava nell'altra direzione sia il fuoco che il fumo non si sono avvicinati a dove eravamo noi». Una fortuna, che la prossima volta potrebbe non ripetersi: meglio, quindi, trovare i responsabili, prima che ci sia una prossima volta. 
Diego Degan

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