lunedì 20 febbraio 2012

100 anni e non dimostrarli: tutta la forza dello straordinario Pellestrina

Ha cento anni, ma non li dimostra. Non li dimostra perchè è una società fresca, dinamica, una squadra che è un mix di innamorati del calcio, che non riscono a smettere, incuranti della carta d’identità, e baldi ragazzotti dalla faccia allegra, con qualche cresta alla moda e il colorito di chi , svestita la divisa, lavora sulla laguna. Tutto il 2012 sarà un anno di festa, qualcosa è stato fatto, qualcos’altro è in programma. E anche il fatto di calcare i campi di Coverciano, sotto questo punto di vista, può essere considerato un momento di festa, un premio ai ragazzi, una soddisfazione per dirigenti e tecnici. Il Pellestrina è anche una società forte, nel carattere. Temprata. Ha visto bravi giocatori salpare verso la Serie A, nel tempo ne ha anche persi tanti, battuti dalla sfortuna nella vita, che è più cattiva della sfortuna sui campi. E’ ripartita dopo la grande alluvione del 1966, quando era rimasto poco o niente. E’ ripartita sicuramente aiutata e guidata dall’alto da don Olindo Marella, una sorta di padre e fondatore, ormai prossimo alla beatificazione, proprio nell’anno del Centenario. Gli avversari ritengono scomoda la trasferta a Pellestrina per la mezzora di motonave da Chioggia, ma loro quella mezzora la fanno per tutte le trasferte. Il calcio è passione. E il premio, tante volte, una bella spaghettata ai caparossoli.

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