sabato 24 settembre 2011

«Troppe regole assurde per la semina»

«Ma quale campagna di semina: abbiamo ricevuto delle quantità ridicole di seme di vongola, assolutamente insufficienti a far ripartire gli allevamenti». Samuele Scarpa è un pescatore di Pellestrina: a lui e ai suoi colleghi isolani e di Chioggia, il Gral ha consentito la campagna di raccolta della semina: 25 tonnellate stimate nella zona del Verto nord. Poche, lo diceva anche l’assessore provinciale alle pesca, Canali. «Pochissime - ribatte Scarpa - lo standard è che in ogni metro quadro di allevamento dovrebbe andarci mezzo chilo di semina: la mia concessione è di sei ettari, 60mila metri quadri, ovvero servirebbero 30mila chili di semina, cioè trenta tonnellate». Più di quelle che c’erano al Verto, quindi. «Me ne hanno date sei ceste, poco più di cento chili - aggiunge Scarpa - era meglio se le lasciavano là a riprodursi». Certo c’era il rischio che qualcuno rubasse il prodotto seminale per venderlo. Lasciar crescere ulteriormente il seme avrebbe comportato un’opera di sorveglianza più impegnativa, che tutti invocano ma che, in questi anni, non è mai decollata, meno che mai con i tagli di bilancio. «Il problema è di fondo - dice Enzo Fornaro, di Federcoopesca - il «vecchio» sistema di pesca è inadeguato alle condizioni attuali della laguna, servono originalità, sperimentazione, inventiva, ma questo non lo può dare un ente pubblico che soffoca le imprese». (d.deg.)

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