martedì 19 luglio 2011

De Poli, perizia per la truffa alla Cee

Il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio per trugffa aggravata e per falso dei vertici del Cantiere De Poli di Pellestrina (l’amministratore delegato Davino, il presidente Giovanni, la consigliera d’amministrazione Chiara, il direttore tecnico Roberto Smeraldi e il direttore della società olandere «Ar.Co.In. Holding» controllata dai De Poli Massimo Juris ), di tre funzionari del Registro navale italiano (il veneziano Alessandro Cardamone e i genovesi Massimo Volta e Paolo Salza) e del dirigente del ministero dei Trasporti Pasquale Carretta. Ieri, però, il giudice veneziano Michele Medici ha affidato all’ingegner Stefano Malagodi una perizia per stabilire se le due navi uscite dal cantiere veneziano nel 2004 fossero davvero delle chimichiere. Il perito dovrà presentarsi il 19 aprile del prossimo anno per spiegare a quali conclusioni è giunto.
 Stando all’accusa, i De Poli, in concorso con il pubblico funzionario di Roma con e quelli del Registro navale, in realtà avrebbero costruito due gasiere poi utilizzate dalla loro società armatrice olandese, facendole invece passare per chimichieere in modo da incassare ben tre milioni e 250 mila euro di finanziamenti della Comunità europea, che aveva previsto per questo tipo di navi i contributi economici in modo da contrastare l’illecita concorrenza dei cantieri coreani. A richiedere la perizia è stato uno dei difensori, l’avvocato Luigi Ravagnan, alla sua richiesta si sono associati poi anche tutti gli altri difensori. (g.c.)

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