martedì 7 giugno 2011

«Una bravissima persona meticolosa e cosciente»

Al bar "Bragosso" tutti conoscevano bene il pescatore morto
Non è ancora chiaro cosa possa aver provocato l’incidente 

L'ambiente peschereccio è sconvolto. Sono tutti vicini alla famiglia del collega colato a picco con la sua
imbarcazione. Lungo la fondamenta Lombardo, nei
pressi del luogo ove l'Anna II attraccava solitamente, i marinai si domandano cosa possa aver provocato la tragedia e si preoccupano per il dolore e le difficoltà cui andranno incontro la moglie Rossella Ballarin e le giovani figlie Diana ed Evelyn. «Conoscevo bene Luigino Vianello», commenta Patrizia Schiavon (nella foto), titolare del bar Bragosso, ove lo sfortunato pescatore si recava abitualmente prima di imbarcarsi e dopo il rientro dal mare. «Era una bravissima persona - aggiunge - benvoluta dalla mia clientela, formata quasi esclusivamente da armatori e marinai. Per molti, egli costituiva un esempio da imitare». L'esercente, commossa, racconta che Vianello non si tratteneva a lungo nel locale: «era sempre indaffarato; entrava, salutava gli amici; si concedeva qualche minuto di riposo per poi tornasene alla barca». La signora conosceva bene anche il marinaio Flavio Bullo, autentico braccio destro del capobarca. «Non avrei mai potuto immaginare - prosegue - che Luigino potesse rimanere vittima di una simile disgrazia».
      Gli fanno eco tutti gli altri frequentatori del bar, osservando che l'Anna II era una barca di buon aspetto, priva di evidenti difetti. Vianello era un armatore meticoloso e cosciente, poco incline al lasciar correre sulla manutenzione. Passava molto tempo a bordo proprio per verificare e riparare gli attrezzi e le apparecchiature. Qualcosa, però, questa volta deve essergli sfuggito. Non si spiegherebbe altrimenti il capovolgimento dell'Anna II proprio mentre stava navigando a normale velocità, lungo una rotta diritta e ben nota. A circa un miglio e mezzo dal Delta, il fondale sabbioso, profondo una decina di metri, è privo di ostacoli. Si tende, inoltre, ad escludere la collisione con oggetti fluttuanti a mezz'acqua: sarebbero stati visti dall'elicottero.
Le condizioni del mare, infine, non suscitavano alcuna preoccupazione. Anche la visibilità e la trasparenza del mare erano più che soddisfacenti. «Destino ha voluto che capitasse proprio a lui, che sicuramente non se lo meritava», commenta amaramente un pescatore che frequentava Luigino Vianello. «Anche se facciamo di tutto per tenere bene le nostre barche - aggiunge - la pesca rimane un mestiere pericoloso, pieno di imprevisti». (r.per.)

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