mercoledì 8 giugno 2011

«Annegato per salvare la barca»

Per i colleghi il tentativo di rimediare ad un’avaria del peschereccio ha causato la morte di Luigino Vianello
 
851.jpg L'Anna II è stata riportata a galla e rimorchiata a Chioggia. Affondata l'altroieri al largo di Punta Maestra, aveva trascinato con sè l'armatore Luigino Vianello. Il peschereccio costiero si trova ora sullo scalo di un cantiere, in attesa della perizia che sarà affidata ai tecnici nominati dalla Magistratura. Sollevata grazie all'impiego di un pontone e resa galleggiante nelle prime ore del mattino di ieri, l'imbarcazione è arrivata in porto verso le 14. Nel frattempo, lo scalo è stato attrezzato per poter far fronte ad eventuali fuoruscite di gasolio ed olio lubrificante. L'Anna II è stata, quindi, prelevata dal canale e posizionata sull'invasatura nell'attesa che gli ingegneri provvedano alla verifica del fasciame e di tutti gli altri punti critici. I tecnici presteranno particolare attenzione alla presa che si trova sotto la linea di galleggiamento, attraverso la quale viene pompata l'acqua marina destinata al raffreddamento dei cilindri del motore. La valvola ed i manicotti di connessione potrebbero aver ceduto all'improvviso, per effetto della corrosione. Molti pescatori avvalorano tale ipotesi rammentando che questo genere di avaria è piuttosto frequente. Sta di fatto che, nel corso degli ultimi anni, parecchie imbarcazioni se la sono cavata per un soffio ed altre, arenatesi in laguna, sono state riportate a galla anche dai Vigili del fuoco.
      «È un genere di un guasto piuttosto subdolo», commenta un motorista d'alto mare, in pensione da alcuni anni. «Dall'esterno - spiega - non si nota nulla perché la corrosione procede internamente alla valvola, oppure nei manicotti di gomma rinforzata. Va da sè che, per questo, si tratta di elementi che possono scoppiare da un momento all'altro, senza alcun preavviso». Secondo il motorista, l'unica prevenzione realmente efficace consisterebbe, dunque, nella sostituzione frequente della presa d'acqua e delle relative connessioni al motore. Si tratta di operazioni che dovrebbero, tuttavia, essere eseguite in cantiere, sotto la guida di un maestro d'ascia. «Da qualche tempo a questa parte, però - conclude il marinaio - gli armatori puntano al risparmio. La pesca risente assai pesantemente del rincaro dei carburanti, delle norme imposte dall'Unione europea e soprattutto della crescente rarefazione delle specie ittiche. In parole povere, molti pescatori si sono ridotti a rischiare la vita solamente per poter assicurare il giusto decoro alle proprie famiglie».
      Luigino Vianello, sposato e padre di due ragazze, potrebbe dunque essere rimasto indirettamente vittima di una situazione di crisi che, secondo le cooperative ittiche, sarebbe degenerata oltre ogni previsione. Sta di fatto che, nell'arco di un decennio, la flottiglia costiera si è quasi dimezzata e che molti armatori hanno depositato il libretto di navigazione per poter demolire il proprio peschereccio.

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