mercoledì 18 maggio 2011

Sequestrati 1.500 chili di cozze

I carabinieri notano 48 ceste sospette davanti al centro di stabulazione Talian
 Non avevano la documentazione sulla "tracciabilità", la ditta è stata multata con 1.500 euro

 Le avevano lasciate sulla banchina, a fianco del lungolaguna: 48 ceste stracolme di cozze, nascoste, alla bell’e meglio, dietro a una pila di bancali. Ma quello strano rifornimento, proprio davanti al centro di stabulazione "Talian srl", non è passato inosservato ai carabinieri di Pellestrina che hanno deciso di procedere a un controllo. E hanno avuto ragione: quelle cozze, infatti, non avevano le carte in regola! Nessuno del centro di stabulazione è stato in grado di fornire i documenti per risalire alla "tracciabilità" del prodotto, requisito obbligatorio, a tutela della sicurezza del consumatore. Così le 48 ceste - per un totale di circa una tonnellata e mezza di cozze - sono state sequestrate. E visto che i mitili erano ancora vivi, i carabinieri li hanno fatti subito rigettare in laguna. Il passo successivo, per i militari, sarà ora multare il legale rappresentante del centro di stabulazione: 1.500 euro previsti per chi non rispetta le regole sulla rintracciabilità. Nemmeno troppo...
      Il problema della pesca abusiva, si sa, è molto sentito in laguna, dove scorazzano soprattutto i barchini dei vongolari. Il peggio è che questi abusivi vanno a pescare nelle zone più inquinate delle laguna, dove i molluschi assorbono sostanze pericolose per la salute dell’uomo. Ecco l’importanza della "rintracciabilità" che dovrebbe garantire il consumatore sull’origine del prodotto: da chi l’ha pescato, a chi si è occupato della stabulazione. Una rete di regole, però, che ha molte falle, come hanno riscontrato, per l’ennesima volta, i carabinieri a Pellestrina. (r. br.)

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