domenica 5 dicembre 2010

La via crucis di un pensionato in attesa dell’intervento

(L.M.) Dimesso dal pronto soccorso dell'ospedale civile dopo 20 è arrivato a casa a Pellestrina all'1.15 di notte. Per poi rimettersi in moto alle 7 del mattino per ritornare nello stesso ospedale, visto che, al momento del primo ricovero, lo specialista non era in servizio, mentre sarebbe stato in ambulatorio l'indomani mattina. Ecco spiegata, in sintesi, una «via crucis» che un pensionato di 76 anni di Pellestrina, con una periartrite, ha dovuto affrontare. Un esempio di come raggiungere da Pellestrina il pronto soccorso dell'ospedale civile possa diventare un viaggio infernale. C'è, però, un ulteriore dato significativo della vicenda: conclusi i primi accertamenti, vista l'ora già tarda, il paziente, saputo che doveva tornare il mattino successivo, aveva chiesto di poter rimanere a dormire, in pronto soccorso, anche su una barella, per evitare il doppio viaggio di andata e ritorno, oltre ad un ulteriore aggravio di impegni per gli operatori del Suem. Ma, vista la situazione, il personale ha valutato che non si potesse procedere al ricovero, per cui la risposta è stata negativa. Il «caso», inoltre, ha messo in risalto come tre idroambulanze per tutto il centro storico e isole, non siano sufficienti. Il pensionato di Pellestrina non aveva una situazione clinica grave, e così, come priorità, è stato scavalcato da situazioni più urgenti. Con conseguente attesa a vuoto per ore.

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