venerdì 29 ottobre 2010

«A giudizio l'investitore di Brahim»

27 ottobre 2010

Il pubblico ministero Emma Rizzato, dopo sei mesi d’indagine, ha chiuso
l’inchiesta sull’incidente che a Pellestrina era costato la vita a
Brahim Nesid di sette anni e ha chiesto il rinvio a giudizio del
pellestrinotto Francesco Scarpa (23 anni, Portosecco), che dovrà
rispondere di omicidio e lesioni colposi. Anche la made del piccolo,
Luciana Gavagnin, infatti, era stata investita e aveva riportato
ferite e contusioni. Il giudice veneziano Antonio Liguori ha già
fissato l’udienza per il 18 marzo del prossimo anno: i genitori del
bambino si costituiranno parte civile con gli avvocati Augusto
Palese e Giovan Battista Muscari Tomaioli.  Stando agli accertamenti
eseguiti dai carabinieri, l’auto che Scarpa guidava al momento
dell’incidente correva a 100 chilometri all’ora, il doppio del limite
previsto sulla strada comunale dei Murazzi. Inoltre, nel sangue
aveva poco più di un grammo di alcol per litro di sangue, mentre per
poter guidare non si può superare la soglia di mezzo grammo. Il fatto
era accaduto nel tardo pomeriggio del 15 aprile scorso. Brahim
era morto il giorno dopo all’ospedale di Padova.  Madre e figlio erano
in bicicletta ed erano stati falciati dall’auto nel bel mezzo di
una curva a poche decine di metri di distanza dai cantieri De Poli.
Erano in sella alle loro biciclette di ritorno dal supermercato
Coop di Pellestrina e diretti verso casa lungo la corsia a ridosso
del Murazzo. La Ford Fiesta condotta dal 23enne di Portosecco,
dipendente Actv, nel corso della manovra di sorpasso. li aveva
centrati. La donna era finita sul cofano dell’auto sfondando il
parabrezza, mentre il piccolo aveva sbattuto violentemente la
testa sull’asfalto.  Tra cinque mesi Scarpa potrebbe chiedere di
patteggiare la pena davanti al giudice prima dell’udienza. (g.c.)



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