domenica 5 settembre 2010

Senza casa, vive da mesi in una automobile


Da mesi dorme in una macchina, in terraferma, perché non ha più nulla.
Laura, (nome di fantasia), è una donna di Pellestrina. Una storia
inizialmente normale, con un matrimonio, a cui segue la nascita di due
figli. Poi la separazione ed inizia il dolore. Passa qualche anno e
Laura incontra una persona con cui crede di ricominciare a sperare.
Nasce un figlio, ma anche questo tentativo di nuova vita fallisce
miseramente.

      Poi il Tribunale dei minori decide di dare in
affido l’ultimo figlio di pochi anni e una depressione potente, che la
spinge a due tentativi di suicidio. La sensazione di non riuscire ad
uscire da questo tunnel, e per finire la perdita nel lavoro, per
superamento del periodo di malattia. Laura decide che per tirarsi su
economicamente, forse serve vendere la casa di proprietà. Con i soldi
della vendita, potrebbe saldare qualche debito e acquistare un piccolo
monolocale per lei, visto che i figli, ormai grandi, hanno iniziato a
vivere per conto loro.

      Per la vendita, fa una procura speciale
ad uno dei fratelli, quello con cui era riuscita a mantenere un minimo
di rapporto. Praticamente il fratello doveva vendere la casa e darle il
ricavato. La casa è stata venduta nel 2008, per 310mila euro, ma Laura
non ha mai visto un soldo. Si è così rivolta ad un legale, iniziando una
causa con il fratello. Il legale della donna afferma tutto, e racconta
che il fratello, nella sua versione, avrebbe detto che 80mila euro della
vendita sono serviti per pagare il mutuo in atto e una penale al
Comune. E gli altri 230mila?

      Laura non si dà pace. Quando
lavorava, si era sottoposta volontariamente ad una amministrazione di
sostegno, che continua anche oggi che vive con il minimo vitale. 400 €
al mese, che non le consentono di prendere neppure una stanza in
affitto, dilazionati al bisogno. Una richiesta di invalidità civile in
atto. «Mi sento come una barca in mezzo alla tempesta, solo che questa
non ha mai fine. Il mio piccolo lo vedo un paio di volte al mese. Non ho
nulla, soltanto i miei figli che cercano di starmi vicino il più
possibile. Mi danno da mangiare, mi coprono le spese extra. Ma la mamma
sono io. Vi prego, aiutatemi».

Annalisa Busetto

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