martedì 10 agosto 2010

Centrale ad alghe, è già battaglia sul business "verde"

Ca’ Foscari ribatte all’imprenditore di Fossalta di Piave che aveva criticato la sperimentazione a Pellestrina

La centrale ad alghe di Pellestrina, a cui sta lavorando un gruppo di
ricercatori di Ca’ Foscari per conto del Porto, è ancora solo un
progetto. Ma è già battaglia attorno a quello che potrebbe diventare uno
dei business "eco compatibile" del futuro. É dell’altro giorno, come si
ricorderà, l’uscita di un imprenditore di Fossalta di Piave, Francesco
Ranieri, della Algae e Energy, che aveva sollecitato la Regione a
guardare ai progetti della sua azienda, in quanto "più vantaggiosi" dia
quelli di Ca’ Foscari. Ieri, immediata, è arrivata la precisazione dal
professor Giampietro Ravagnan, ordinario a Ca’ Foscari, che sta
coordinando la sperimentazione. Lo studio dei cafoscarini era salito
all’onore delle cronache, sull’onda di un riconoscimento ottenuto da uno
dei ricercatori del gruppo, Guido Bordignon, per la sua permanenza in
Antartico a studiare le alghe. E proprio sul possibile utilizzo di
questi micro-organismi polari, per produrre energia elettrica, si era
soffermato il ricercatore. Particolare che era stato poi usato
criticamente da Ranieri per sollecitare un uso delle alghe "nostrane".
Ebbene, Ravagnan ora precisa che Bordignon è solo il «titolare di un
assegno di ricerca» e che lavora nel dipartimento sotto la sua
direzione; che è vero che le «microalghe antartiche possono essere di
interesse per la produzione in futuro di biocarburanti»; ma che altri
sono i presupposti della sperimentazione in corso, nell’ambito di un
«programma più ampio di autoproduzione di energia con fonti
rinnovabili». In particolare, la centrale ad alghe di Pellestrina, di
prossima realizzazione, servirà da «validazione - continua il professore
- della tecnologia industriale, già operativa in Spagna, alle
condizioni meteo climatiche della laguna di Venezia, con microalghe
tipiche del Mediterraneo». Era stato criticato anche il fatto che la
centrale sarà realizzata in uno spazio messo a disposizione da Veneto
Agricoltura. Ma Ravagnan ribatte che l’uso sarà a pagamento, a carico di
eNave srl, la società appositamente costituita l’anno scorso e di cui
sono soci per il 51% l’Apv investimenti (la finanziaria del Porto) e per
il 49% l’Enalg spa, la società di Roma che già dispone della tecnologia
utilizzata in Spagna.

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