mercoledì 11 novembre 2009

Uccise una donna patteggia 15 mesi

Concluso il processo relativo all’incidente nel quale perse la vita una donna residente a Verona

Guidando sotto l’effetto di sostanze stupefacenti aveva investito e
provocato la morte a Pellestrina di una giovane veronese di 32 anni,
Elena Girotti, che stava attraversando la strada per andare in
spiaggia. L’investitore, difeso dall’avvocato Augusto Palese, ha
patteggiato ieri, davanti al giudice Scaramuuzza, una condanna di
appena 15 mesi (con pena sospesa trattandosi di incensurato) e duemila
euro di multa. Tanto vale una vita umana. Inoltre la compagnia
assicuratrice, dell’auto coinvolta nel sinistro, una Fiat Punto, ha
erogato ai congiunti della vittima (il padre e i due fratelli),
assistiti dall’avvocato Paolo Calvani, un risarcimento di poco
superiore a 100 mila euro. Così se l’è cavata, N..B., un giovane di 25
anni residente a Pellestrina nel sestiere Vianelli, per l’incidente
stradale successo il 5 settembre 2008 nell’isola di Pellestrina, alle
porte di San Pietro in Volta, in località Carizzada Belvedere.
     
La giovane veronese era appena smontata dall’autobus di linea 11
diretto a Chioggia e ha poi deciso di attraversare la strada, in
prossimità delle strisce pedonali sbucando in mezzo tra i due autobus,
uno davanti e uno dietro che erano in servizio. La ragazza era quasi
riuscita ad arrivare sul lato opposto della carreggiata, quando è stata
travolta dal’auto. Inizialmente la contestazione mossa a N.B. è stata
quella di omicidio colposo e di guida sotto l’effetto di sostanze
stupefacenti (dai 3 ai 10 anni di reclusione) avendo trovato nel sangue
tracce di cannabis. Una perizia psicofarmacogica di parte, richiesta
dalla difesa dell’imputato, è però riuscita a dimostrare che la droga
assunta era presente nel sangue in quantità infinitesima, perché
consumata probabilmente nei giorni precedenti, e quindi non avrebbe
influito nell’incidente. E la seconda richiesta di patteggiamento è
stata accolta dal giudice. Determinante è stata la decisione, da parte
di N.B., di adoperarsi perché i parenti della vittima fossero
risarciti.

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