domenica 1 novembre 2009

Il Comune al Tar sconfitto da De Poli

Sabato 31 Ottobre 2009

Il Tribunale annulla l’ordinanza che ha chiuso il cantiere per colpa dei rumori


Non è che i cantieri De Poli, quando erano aperti (e semmai riusciranno
a riaprire), facessero bene a rompere i timpani della gente che abita
vicino, ma il Tar ha dato ragione a De Poli su tutta la linea perché il
Comune di Venezia, e un po’ anche l’Arpav e l’Ulss 12, oltre al
Magistrato alle Acque, hanno combinato una lunga serie di pasticci che
ha penalizzato non poco l’unica industria di Pellestrina. Non è colpa
del Comune se i cantieri De Poli sono chiusi da quasi un anno ormai e
se i quasi 100 dipendenti sono a casa senza un soldo, ma l’ordinanza
del sindaco del 19 novembre 2008, ha dato una brutta spallata
all’attività; e, soprattutto, ha impedito l’eventuale ripresa di
qualsiasi attività produttiva, compresa quella per il completamento
delle tre navi chimichiere che erano state ordinate dalla società
norvegese Utkilen e il cui appalto sembra essere alla base dei guai
della società il cui concordato preventivo, approvato dai creditori, è
all’esame del giudice del Tribunale. L’ordinanza del sindaco del 19
novembre 2008 aveva sospeso l’attività (per 90 giorni, ma in realtà,
come ha accertato il Tar, la sospendeva sine die) per impedire i rumori
provocati con le lavorazioni necessarie per terminare l’allestimento
delle navi; poi c’è il provvedimento del Magistrato alle Acque, che il
27 novembre successivo ha sospeso la concessione acquea sul lato sud
del cantiere, lo spazio più vicino alle abitazioni dove avveniva questo
tipo di lavorazioni; infine c’è di nuovo un provvedimento del Comune
che il 5 febbraio scorso ha rigettato il piano di risanamento acustico
presentato dal cantiere. Il Tar ha annullato tutti questi atti andando
anche oltre la sentenza del Tribunale civile di Venezia dello scorso
febbraio che ha imposto alla De Poli (se riaprirà) di mantenere i
rumori entro i limiti di legge; come spiega l’avvocato Alessandro
Veronese, dello studio Mda di Mestre, che ha patrocinato la società
assieme a Matteo Munarin, il Tar praticamente impone di fare il piano
di risanamento acustico: «De Poli l’ha predisposto ma il Comune l’ha
bocciato senza dargli una mano perché non ha preso in considerazione i
contenuti del progetto, si è limitato a un passivo rifiuto senza dar
corso alla procedura di approvazione. La responsabilità del risanamento
acustico non sta solo in capo a De Poli, ma anche al Comune e pure ai
vicini».

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