venerdì 9 ottobre 2009

Nella rete i pescatori di vongole "chimiche"

Due abusivi denunciati: avevano raccolto 500 chili di molluschi nelle zone delle "dighette" a Fusina

Settecento chili di vongole sequestrate e successivamente rigettate in
acqua. E in questo totale figurano anche i 500 chili che sono stati
bloccati ieri notte nella zone delle "dighette", davanti a Fusina.

     
I carabinieri del Nucleo natanti in questi giorni hanno avviato
un’articolata offensiva in laguna per cercare di combattere la pesca
abusiva. Uno degli aspetti principali di questa problematica è quello
sanitario e per questa ragione gli uomini del Nucleo natanti sono
andati proprio a Fusina, area da sempre preclusa alla pesca per motivi
igienico-sanitari (e anche logici verrebbe da dire).

      A ridosso
dell’area industriale sono stati fermati due pescatori abusivi di
Pellestrina che, a bordo di una vongolara professionale, stavano
pescando con il rastrello vibrante. La verifica dei carabinieri ha
permesso di ritrovare 500 chili di molluschi e per i due pescatori è
scattata la denuncia. Sequestrate, oltre alla barca, anche le varie
attrezzature. In precedenza i carabinieri erano andati a Murano, nel
canale Bisatto, dove due pescatori di Treporti e Burano stavano agendo
in un’area proibita alla pesca e muniti di attrezzature del tutto
vietate. Dopo il sequestro di 100 chili sono così scattate le denunce.
La verifica si è poi conclusa con un’ispezione a Punta Sabbioni dove
tre persone, con attrezzatura subacquea, avevano già raccolto 30 chili.
Altri due pescatori sono stati sorpresi nel canale Ondello, sprovvisti
della licenza, e in questo caso sono stati bloccati altri 100 chili di
vongole. È così scattato il sequestro amministrativo del pescato e
dell’attrezzatura e sono state inflitte due multe.

     
«Complessivamente - affermano i carabinieri di San Zaccaria - sono
stati sequestrati 700 chili di vongole subito rigettati in acqua per un
valore di 4mila euro, le barche bloccate valgono 100mila euro mentre le
multe ammontano a mille euro. Nove i pescatori irregolari identificati.
I molluschi, oltre a non avere la documentazione sanitaria, provengono
da zone interdette alla pesca per motivi igienico-sanitari (come l’area
a ridosso del polo industriale di Porto Marghera) dove è alta la
presenza di metalli pesanti e diossine nei fondali». Secondo i militari
di San Zaccaria ci sono seri pericoli per i consumatori che, senza
nemmeno saperlo, rischiano di acquistare prodotti inquinati e anche
nocivi alla salute.

      Il Gazzettino proprio due giorni fa aveva
denunciato che nella zona delle cosiddette "dighette", a ridosso del
Petrolchimico, ogni notte c’è un gran via vai di caparozzolanti. Del
resto soprattutto nei canali industriali interni al Petrolchimico le
vongole crescono a ritmi vertiginosi grazie all’acqua calda della
centrale Enel di Fusina e ai "nutrienti" che provengono dagli stessi
canali, inquinatissimi. I vongolari abusivi da sempre pescano in quella
zona le vongole che poi finiscono nei nostri piatti. E negli ultimi
tempi la presenza dei barchini in tutte le zone vietate della laguna è
aumentata in modo spropositato. Ormai si trovano caparozzolanti abusivi
ai due lati del ponte della Libertà e addirittura in Canal salso dove
c’è una concentrazione unica di veleni.

Nessun commento:

Posta un commento