martedì 4 agosto 2009

Armatori pronti a comprare le navi. La Cgil: «Una beffa per i lavoratori»

Lunedì 3 Agosto 2009

 

Alcune compagnie armatoriali potrebbero essere interessate ad acquistare, una volta ultimate, le navi, attualmente bloccate in fase di realizzazione, ai cantieri navali De Poli a Pellestrina. Presto, quindi, anche se non necessariamente nell’isola di Pellestrina, i lavori potrebbero riprendere, finanziati dagli istituti di credito, che poi avrebbero il vantaggio di vendere le navi come nuove, guadagnandovi una cifra maggiore di quanto entrerebbe in cassa se le navi venissero rottamate. Questa la novità che sembra profilarsi per il futuro del cantiere navale di Davino De Poli per decenni "fiore all’occhiello" della produttività di Pellestrina. E questo sarebbe uno dei funti fondamentali del nuovo concordato migliorativo, che l’azienda da giorni dice di essere pronta a presentare.
      L’ipotesi di concordato preventivo precedentemente sul tavolo venne rigettata dai creditori in quanto nessuno degli istituti di credito maggiormente esposti (da una parte Unicredit, dall’altra Monte dei Paschi di Siena e Antonveneta) aveva accolto con un parere positivo la proposta prospettata. Ecco perché, qualsiasi nuova proposta di concordato per avere speranze fondate di venire accolta, non potrà prescindere dal parere favorevole delle banche. La conferma che qualcosa si sta muovendo arriva anche dalle parole del sindacalista della Cgil, Giorgio Molin, che dall’inizio sta seguendo la vicenda e soprattutto impegnando per tutelare gli interessi di circa 100 dipendenti rimasti a casa, senza lavoro. «Da quello che si sente dire, in via ufficiosa – spiega Molin – già alcuni giorni fa l’azienda diceva di essere pronta alla presentazione di un nuovo concordato. Che, ovviamente, andrebbe a vantaggio delle banche, che sono quelle maggiormente esposte, e non di coloro che vi hanno lavorato che resterebbero risarciti circa del 19 per cento. Insomma una beffa che per i lavoratori farebbe, giustamente, aumentare la rabbia. Ma, senza questa soluzione alternativa, non si spiegherebbe altrimenti il fatto che un cantiere in liquidazione, con le varie istanze di fallimento già presentate e pendenti, non sia ancora fallito». Molin conferma che, a giorni, anche gli stessi dipendenti del cantiere, rimasti a casa senza lavoro e senza percepire la cassa integrazione, presenteranno una loro istanza di fallimento. «Ci stiamo lavorando – ribadisce Molin – la presenteremo tra pochi giorni».
      Non trova, invece, conferma la tesi di una cordata che sarebbe disposta ad acquisire "in toto" il cantiere navale De Poli per scongiurarne la fine. Il passivo accumulato dal cantiere ammonta a 113 milioni di euro. E le cordate che hanno manifestato il proprio interesse, anche se ancora informalmente, sarebbero interessate solo all’acquisto delle navi, che sono la parte di maggior pregio e di più facile guadagno.
      Lorenzo Mayer

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