sabato 13 giugno 2009

Cantieri De Poli, i debiti ammontano a 113 milioni

Parla il commissario Emilio Borella: «Vendendo tutti i beni se ne coprirebbero 50, ma si è perso troppo tempo»

 

«Proporre un’ipotesi di concordato preventivo per i cantieri navali De Poli di Pellestrina, senza una precedente approvazione da parte delle banche, è stato un po’ come fare i conti senza l’oste. Qualsiasi proposta, per avere buone probabilità di essere accettata andava prima avvallata dagli istituti di credito, ovvero i creditori maggiormente esposti».
      Parla così il commissario giudiziale Emilio Borella, che dal 5 giugno, con il pronunciamento del tribunale che ha formalmente dichiarato inammissibile il concordato preventivo, ha concluso il suo mandato. Borella ha informato il giudice delegato del tribunale, Luca Marini, che non sono state raggiunte le maggioranze per un concordato preventivo. E così il concordato preventivo è evaporato.
      Dottor Borrella, a che punto è la vicenda dei cantieri De Poli?
      «Di fatto abbiamo perso sei mesi ed ora la situazione è tornata indietro a prima del 21 gennaio gennaio. Non c’è più il commissario liquidatore, i De Poli tornano nella piena disponibilità dei loro beni, ma da un momento all’altro ogni creditore, ve ne sono circa un migliaio, potrebbe presentare un’istanza di fallimento anche autonomamente».
     
Qualcuno ha già fatto questo passo?
     
«Che io sappia no, ma non è detto che lo debba sapere per forza io. Il mio mandato è scaduto dal 5 giugno».
      Cosa potrà succedere adesso?
      «Intanto ritengo quasi impossibile che la situazione rimanga così. In un verso o nell’altro si sbloccherà certamente. I De Poli possono presentare una nuova proposta di concordato preventivo, oppure appunto qualsiasi creditore può presentare un’istanza di fallimento. Istanza di fallimento che può essere inoltrata anche dalla procura della Repubblica».
     
Come è la situazione contabile e patrimoniale che ha lasciato?
     
«Davanti all’assemblea dei creditori abbiamo informato che i debiti ammontano a circa 113 milioni di euro. Di fronte a un introito stimato, e quindi nella migliore delle ipotesi, vendendo tutti i beni del cantiere, che arriva a circa 50 milioni».
     
Che fine hanno fatto le tre navi in costruzione a Pellestrina?
     
«Una si trova ancora a Pellestrina ed è ben visibile ormeggiata lungo il canale, un’altra è a Trieste. Ma queste due sono già state varate e sono a posto. La terza nave, quella che era più indietro di tutte, è all’Arsenale e probabilmente potrà essere venduta come rottame, in pezzi. Non farà in tempo ad essere ultimata».
     
Che guadagni potrebbero portare queste navi?
     
«Per tutte e tre le navi abbiamo stimato un introito potenziale dai 23 ai 28 milioni di euro».
     
E cosa succederebbe se i De Poli presentassero un’altra ipotesi di concordato preventivo?
     
«Si rimetterebbero in piedi le stesse procedure che sono partite a gennaio. Andrebbe nominato dal tribunale un commissario giudiziale che potrei essere io o un’altra persona. Si arriverebbe all’adunanza dei creditori con l’obiettivo di tentare il salvataggio».
      Come vede la situazione attuale?
      «Difficile. Ma d’altro canto si sapeva che la partita non era facile e che la questione contabile era quella che era».
      Lorenzo Mayer

Nessun commento:

Posta un commento