lunedì 26 gennaio 2009

Pellestrina verso l’autonomia

Domenica 25 Gennaio 2009

 

È stata costituita l’associazione che punta a staccare l’isola dalla municipalità del Lido

 

Nessuna unione con Chioggia, anche se i pellestrinotti e i chioggiotti hanno tante cose in comune, e godono di rispettosa amicizia, nessun referendum per la divisione da Venezia. «Tutte storie montate ad arte» commenta Lorenza Vianello. Di vero c’è soltanto la nascita ufficiale del “gruppo Pellestrina c’è”, avvenuta la scorsa sera nella sala dell’ex cinema Perla. Quindici giorni fa il primo incontro, tra persone con situazioni e credi politici diversi, impegnati in vari settori della vita sociale dell’isola, uniti però da un comune intento: essere parte attiva nella rinascita di Pellestrina, oggi isola sconfitta e sommersa da problematiche derivanti dalla crisi della pesca e della cantieristica, che hanno tolto a questa realtà, oltre 400 posti di lavoro.
      Un unico obiettivo comune: Pellestrina deve tornare ad avere una realtà politica autonoma.
      L’esperienza della Municipalità accorpata al Lido, per i più è stata un fallimento. Non per le persone che compongono il parlamentino, ma proprio per la struttura stessa, che non ha tenuto conto dell’identità chiara e definita dell’isola. «Pellestrina ha da sempre dichiarato la propria contrarietà rispetto alle Municipalità - fa sapere il gruppo - perché questa manovra ha prodotto cinque fotocopie burocratiche del Comune di Venezia, con poteri che molto spesso tendono a sovrapporsi o a scontrarsi con quelli dell’organizzazione centrale e dove i confini delle competenze appaiono confusi. Nel caso specifico nostro poi, tale modello è risultato eccessivamente penalizzante. I documenti che l’ultimo Consiglio di Quartiere aveva prodotto e proposto, avevano aperto un dibattito che l’amministrazione e il Consiglio comunale hanno sottovalutato, ritenendo che la paventata nostra perdita di identità, avrebbe potuto essere sacrificata alle esigenze di una più corretta ed efficiente organizzazione comunale».
      Così non è stato, tanto che oggi sono gli stessi amministratori del comune a mettere in discussione questo modello amministrativo. «In questa situazione - continuano - non possiamo non pretendere che Pellestrina venga ascoltata, e che venga valutata la possibilità di valorizzarne identità e peculiarità». E la valorizzazione di ciò che è così importante per i pellestrinotti, non passa per un’ulteriore riduzione del numero di municipalità, ma per una razionalizzazione delle funzioni e delle strutture delle stesse. «Un incremento delle municipalità - dice Rossella Favero, portavoce di “Pellestrina c’è” - con una contestuale riduzione delle strutture burocratiche, con una razionalizzazione e definizione seria e precisa di compiti e funzioni, può rappresentare invece la vera sfida per l’amministrazione comunale. Serve un organismo che sia rappresentativo dell’isola, sia esso municipalità o quartiere o altro, e che dia voce ad una identità e alla sua cultura, per valorizzarne la ricchezza».
      Annalisa Busetto

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