mercoledì 21 gennaio 2009

Pellestrina chiede l’autonomia dal Lido e punta a Chioggia

Documento ufficiale della delegazione di zona per staccarsi dalla Municipalità, mentre l’associazione "Tra mare e laguna" guarda agli eterni rivali

 

Pellestrina chiede l’autonomia dal Lido e intanto c’è chi guarda a Chioggia. Mentre da una parte la delegazione di zona ha impegnato la sua prima riunione dopo 18 mesi di inattività per stilare un documento ufficiale con cui chiede il distacco dalla Municiplità del Lido, dall’altra l’assocazione "Tra mare e laguna", forte dei suoi 300 iscritti, guarda all’annessione con i rivali di sempre, con quei chioggiotti da cui i pellestrinotti sono stati storicamente separati da ben più della spola di un traghetto.
      A Pellestrina però non si parla d’altro. L’isola è divisa tra chi mai accetterebbe di passare, di buon grado, sotto “l’ala protettrice” di Chioggia, in nome ad antiche contrapposizioni ancora aperte, e chi invece, spinto da uno spirito più progressista e meno nostalgico, volentieri metterebbe da parte, per una volta, le “lotte di campanile”. La discussione tra i cittadini è aperta: qualcuno pensa di organizzare, entro primavera, a Pellestrina, una sorta di referendum, con tanto di schede e scrutinio finale, per sentire la voce della popolazione.
      Quel che è certo è che in isola è sempre più in crescita la voglia di autonomia dal Lido, l’isola vicina, con cui attualmente compone un’unica municipalità e da cui gran parte dei pellestrinotti vorrebbe dividersi. Lorenza Vianello, dell’associazione "Tra mare e laguna", si è spinta oltre lanciando il sasso e una provocazione. «L’isola – ha spiegato – da tempo viene esclusa e non vediamo alcuna volontà di rilancio di attività in crisi oppure tentativi per creare nuovi settori produttivi per i 3.500 abitanti. Il solo spiraglio potrebbe essere rappresentato dalla separazione dal Lido per magari confluire sotto Chioggia». «Non sia mai – le ha risposto Domenico Gorin, presidente della delegazione di zona a Pellestrina – in fondo ci sentiamo veneziani. Anche se Chioggia è molto più sensibile verso alcune tematiche che interessano Pellestrina. A Chioggia, ad esempio c’è un assessorato che segue la pesca, cosa che a Venezia non esiste. Il Comune di Venezia dovrebbe essere più attivo, e sostenere maggiormente, anche a livello economico, questi settori che per noi, e per il futuro di Pellestrina, sono fondamentali. Ciò che noi, come delegazione di zona, chiediamo è invece l’autonomia dal Lido. Vogliamo essere indipendenti».
      Da circa diciotto mesi, però, la delegazione di zona non si riunisce formalmente per una riunione. «È vero – conferma Gorin – siamo fermi a livello ufficiale da un bel pezzo. Il motivo è facile: la delegazione di zona è una scatola vuota, non serve a nulla. Personalmente però sono impegnato nel quotidiano per stare vicino alla gente e per interessarmi delle questioni più importanti di Pellestrina».
      A distanza, però, è arrivata, puntuale, la replica del presidente della municipalità isolana, Giovanni Gusso. «Ognuno è libero di fare le sue valutazioni – ha detto Gusso – ma per Pellestrina abbiamo fatto tantissime cose, impegno che è stato riconosciuto anche da un consigliere di Pellestrina. Possiamo dire che sei su dieci del nostro impegno è stato dedicato a Pellestrina. È stato poi spiegato ai residenti che per essere municipalità autonoma, devono esserci almeno ventimila abitanti, cosa impossibile scindendo solo Pellestrina».
      Lorenzo Mayer

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