sabato 17 gennaio 2009

De Poli: scontro tra azienda e sindacato

La Fiom Cgil: «Tracollo inspiegabile e repentino». L’imprenditore querela, le banche chiedono tempo

 

Le banche hanno chiesto qualche giorno in più. Un vero e proprio supplemento di indagine per capire se "aiutare" i cantieri navali De Poli. E se gli istituti di credito prendono tempo per verificare lo "stato di salute" della fabbrica, lunedì prossimo a Mestre, nella sede della Provincia, ci sarà un incontro tra una delegazione dell’Ispettorato del Lavoro e l’amministratore delegato dell’impresa, ora commissario liquidatore, Giancarlo Galazzo. Intanto fonti aziendali non nascondono la loro soddisfazione per la posizione delle banche di rinviare alla prossima settimana ogni decisione. Un segnale con una doppia lettura: da una parte inevitabili dubbi da parte del sistema creditizio, dall’altro la possibilità che ci possano essere spazi di manovra per "salvare" il cantiere, almeno temporaneamente. E in questo clima scende in campo nuovamente il sindacato. Tocca a Giorgio Molin (Fiom-Cgil) rispondere alla proprietà.
      «E di fronte a tutto questo la proprietà evita il confronto con i lavoratori e il sindacato e molti si interrogano su un tracollo inspiegabile e inaspettato, Anche noi siamo rimasti colpiti dalla repentinità di questa crisi e dalla decisione di liquidare il cantiere, ma qualche idea ce la siamo fatta. La crisi generale c’entra poco. Il cantiere ha goduto, al pari di tanti altri, di una condizione di mercato straordinaria. Sono aumentati i traffici e decine e decine di navi sono state varate. E allora quando il lavoro c’è e le aziende vanno male vuol dire che sono state amministrate male oppure che sono state compiute scelte sbagliate».
      Un duro atto d’accusa da parte del sindacato. «La gran parte delle navi costruite - punta il dito Molin - sono state commissionate dalla società armatoriale Arcoin, con sede in Olanda, di cui i De Poli sono proprietari. Azzardiamo: se i prezzi delle navi sono bassi il cantiere ci rimette ma l’Arcoin ci guadagna. Pare che questa abbia rivenduto tutte le navi costruite a Pellestrina e sia ormai una scatola vuota. Molti spiegano così la crisi di Pellestrina e gli affari in Olanda. Adesso il cantiere De Poli è in liquidazione per cessata attività, ma vorrebbe liquidare, consegnando le ultime due commesse per non pagare le penali agli armatori, penali che graverebbero sui conti già in rosso del cantiere. Queste due navi, più una terza in costruzione a Trieste, sono state cedute infatti ad una società norvegese. L’indebitamento del cantiere sembra essere elevato e così le perdite a bilancio. Probabilmente le banche, per riaprire i rubinetti chiederanno garanzie personali alla proprietà che non sappiamo se sarà disposta a darle». A seguito delle dichiarazioni di Molin, la De Poli ha dato mandato agli avvocati di fiducia per una querela nei confronti del segretario Fiom.

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