sabato 17 gennaio 2009

De Poli: «Lotterò fino all’ultimo per la mia azienda»

Venerdì 16 Gennaio 2009

 

L’imprenditore di Pellestrina: «Non ho speculato sui cantieri. É una calunnia». Oggi la risposta delle banche

 

La voce è come al solito forte e chiara. Anche il tono è di quelli conosciuti: battagliero. Davino De Poli, 74 anni, ha deciso di scendere in campo. L’obiettivo è difendere la sua azienda, combattere contro chi specula sulle difficoltà di un cantiere posizionato in un’area delicata come quella di Pellestrina, ma soprattutto dimostrare che venderà cara la pelle. «Sono qui pronto a combattere - dice l’imprenditore di Pellestrina - Non mando all’aria i sacrifici di una vita e sfido chiunque a darmi torto. Ce l’ho con tutti quelli che mi hanno accusato di "disimpegnarmi" dalla mia azienda. Ho sentito tante storie, e anche molte calunnie».
      Davino De Poli non nasconde le difficoltà. Questa mattina si capirà il destino dei Cantieri navali di Pellestrina. L’ultima parola spetterà alle banche, a quegli istituti di credito che dovrebbero sostenere l’azienda in questa fase molto delicata con i lavoratori in cassa integrazione, e con tre navi in costruzione nei bacini di carenaggio. Gioia e dolori per l’azienda. «Ho tre navi da completare - attacca De Poli - e sono anche la mia speranza. Possono essere la cartina di tornasole per continuare l’attività. Le banche stanno valutando anche questo. Sto subendo, come tanti altri imprenditori di settore e non, i contraccolpi della crisi economica mondiale. E questa tocca tutti, nessuno escluso. Ma quelle tre navi possono essere anche la nostra salvezza. Riuscire a completare quelle tre imbarcazioni potrebbe voler dire ridare fiato ad una azienda che ha sessant’anni di vita e verso la quale ho sacrificato tutto!».
      L’imprenditore di Pellestrina, pur con la voce tonante, non nasconde un momento di commozione. «Stiamo senz’altro vivendo un momento delicato - ammette - e io per primo sto soffrendo di quello che sta accadendo. Come altri devo fare i conti con la crisi. Ne ho superato tante e per fortuna che, negli anni c’è stata la società armatoriale Arco.In, che ha permesso di dare lavoro alle maestranze del cantiere per anni. Lo ripeto: per anni! E pensare che, adesso come soprattutto in passato, ho dovuto fare i conti con numerose contestazioni e con gli effetti della concorrenza sleale proveniente soprattutto dall’Estremo Oriente. Ma ce l’abbiamo sempre fatta. Ora la crisi mondiale ha peggiorato dappertutto la situazione. E così ci sono caduto anch’io».
      E poi l’assist degno di un centravanti. «Ho letto e visto dichiarazioni pesantissime nei miei confronti, che ero uno sprovveduto, che sono una speculatore. Rispedisco tutto al mittente. Ho sempre lavorato, cercato di far vivere al meglio il cantiere». E il pensiero non va solo alle passate stagioni, per De Poli c’è anche un presente amaro non solo per le vicissitudini dell’azienda, ma anche per i recenti infortuni mortali sul lavoro accaduti nello stabilimento. «Ho sofferto moltissimo - sottolinea De Poli - Una sofferenza inaudita. Non era mai successo. E anche sulle tre navi da costruire, sapevo che stavo rischiando, ma come imprenditore non avevo scelta. Purtroppo non ho la sfera di cristallo e ora ne porto le conseguenze. Certo è che se le banche daranno un "responso" positivo, potremo andare avanti per la conclusione delle tre navi e magari guardare al 2010 con maggiore fiducia. Il mercato si rimetterà in moto». Ma al di là delle prospettive di lavoro, come un’onda in piena, De Poli non nasconde la sua rabbia. É uno sfogo duro, sofferto, decisivo. «Vogliamo dirlo con chiarezza - tuona De Poli - In tanti anni sono stato aiutato davvero poco. E non accetto, anzi rispedisco al mittente anche le dichiarazioni sulla nostra situazione finanziaria espresse dell’assessore alle Attività produttive, Giuseppe Bortolussi, che mi sono sembrate veramente fuori luogo».
      Ma i cantieri De Poli chiuderanno? De Poli tira fuori tutto il fiato che ha in corpo. «É sempre stata e rimane la mia creatura. Lotterò ancora per salvare la mia azienda - dice - Tutto dipende dalle banche, ma non intendo fare pressioni. In questo momento ho tre navi da completare. Sono lì e devono essere finite. Sono il modo per mandare avanti tutta l’azienda. Odio la superficialità e odio tutti coloro che si sono espressi così attaccandomi duramente. Ho sempre lavorato con il cuore. L’azienda è la mia creatura e sempre rimarrà tale». Intanto oggi si conoscerà la decisione delle banche per garantire o meno il futuro dei cantieri De Poli. L’ultima parola, come si dice in questi casi, spetta al cassiere. A lui toccherà intonare il "de profundis" per i cantieri De Poli o dare una speranza.
      Paolo Navarro Dina

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