martedì 20 gennaio 2009

De Poli, i lavoratori chiedono certezze

Lunedì 19 Gennaio 2009

 

Mercoledì l’incontro a Mestre per discutere sul futuro dei cantieri dopo l’avvio dell’iter per la liquidazione

 

È la paura, il timore per il futuro, lo stato d’animo prevalente tra i dipendenti del Cantiere Navale De Poli di Pellestrina, alla luce dell’avvio dell’iter per la liquidazione del cantiere. Qualcuno tra di loro, ipotizzava questa mossa appena avviata la richiesta della cassa integrazione straordinaria. «Ma tra l’ipotizzare e la conferma reale, vi è molta differenza - affermano - prima di tutto perché così si continuava a sperare, ed oggi siamo nella più nera disperazione, e poi perché, e non è di secondaria importanza, continua ad esserci questa mancanza chiarificatrice con la proprietà».
      «In questi giorni dovremmo avere la risposta definitiva sui possibili finanziamenti delle banche», racconta Ermenegildo Vianello, delle Rsu. Il suo tono è pacato, anche se in qualche momento si sente che la preoccupazione è alle stelle. «Sapremo così se per il 2009 si potrà lavorare o meno. E comunque, indubbiamente, dovremo iniziare a guardarci in giro. Per i giovani, forse i problemi sono minori, perché hanno più possibilità di rimettersi in gioco, ma ci sono anche persone con 30 ed oltre anni di lavoro, a cui mancava poco per andare in pensione. Che faranno questi?»
      Qualcun altro fa notare che, per terminare le navi, ci vogliono le ditte esterne, quelle che ai primi di dicembre hanno lasciato l’isola e il cantiere perché non venivano pagati. «Da circa 10 anni - dicono - noi, operai, siamo stati tolti dalla produzione e messi in assistenza alle ditte. La loro presenza è indispensabile, ma alla luce di quanto è successo, accetteranno di tornare?».
      Domande, tante domande, continue domande. L’ultima riguarda il mancato pagamento, sino ad oggi, di tredicesima e salario del mese di dicembre. «Anche qui non ci sono risposte certe. E nel caso dovessimo trovare un nuovo lavoro, ci troviamo con le mani legate. Nel nostro nuovo contratto, si recita che se la ditta è inadempiente, come in questo caso, il lavoratore può licenziarsi senza preavviso. La direzione ci dice di no, che il preavviso di tre mesi è dovuto. Non ci pagano, chiudono il cantiere, ma noi non possiamo trovarci un lavoro se non tra tre o quattro mesi».
      Mercoledì l’incontro a Mestre, in Provincia, con l’Ispettorato del Lavoro e l’amministratore delegato, oggi commissario liquidatore del cantiere, Giancarlo Galazzo.
      Sul fronte politico l’Udc chiede che il sindaco Cacciari e l’assessore Bortolussi cerchino tutte le possibili alternative alla tragica chiusura, tutelando i lavoratori nel loro diritto al lavoro, garantendo, nella peggiore delle ipotesi, la ricollocazione di tutti. L’Udc, infine, reputa poi sbagliato l’accorpamento in un’unica Municipalità di Lido e Pellestrina.
      Annalisa Busetto

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