mercoledì 14 gennaio 2009

De Poli, avviato l’iter della liquidazione

L’assemblea dei soci ha approvato la procedura ma si augura al più presto l’intervento delle banche

 

Probabilmente è una delle ultime mosse. Un po’ per disperazione, un po’ per speranza. L’estrema occasione per cercare non tanto di rimanere a galla, ma soprattutto per portare avanti una sfida. Difficilissima, ardua, ma indispensabile per la vita di un’isola, come Pellestrina, e per il lavoro di un centinaio di persone. Ieri pomeriggio l’assemblea straordinaria dei soci dei Cantieri Navali De Poli ha deciso di avviare tutte le procedure per l’avvio dell’iter di richiesta della liquidazione volontaria. Incaricato del procedimento sarà l’attuale amministratore delegato Giancarlo Galazzo. A lui spetterà gestire questo delicato momento e soprattuto dare il via ad una procedura che, nel suo insieme, rappresenta e può rappresentare l’ultimo aggancio per la De Poli che, altrimenti, potrebbe essere costretta a chiudere i battenti in un momento di pesante congiuntura economica come quella che si prospetta per l’imprenditoria in questo inizio del 2009.
      «Questo processo - spiega una nota dell’azienda di Pellestrina - è dovuto alla pesante crisi economica mondiale che sta riguardando tutti i settori della produzione e quindi, immancabilmente, anche le attività marittime e della cantieristica navale. Una situazione che va ad aggravare una condizione già particolarmente delicata dovuta alla crescita esponenziale dei costi delle materie prime e della componentistica navale». In un certo qual modo per la De Poli è forse il momento del vero e proprio spartiacque, anzi probabilmente il tentativo finale per continuare un’attività secolare e che, da un momento per l’altro, senza l’apporto e il sostegno delle banche, rischia di arrivare alla chiusura.
      E ad aggravare la situazione vi è senz’altro la "ritrosia" - almeno in questa fase della vicenda che accompagna la crisi della De Poli - da parte degli istituti di credito a sostenere con nuovi finanziamenti l’attività del cantiere di Pellestrina. Un presupposto non certo facile dovuto evidentemente alla situazione finanziaria nazionale e internazionale che non favorisce di certo l’«impegno» degli istituti di credito. «Tuttavia - spiega ancora la nota della De Poli - in relazione alla liquidazione della società, dobbiamo precisare che tale decisione rappresenta un passaggio necessario, ma che d’altro canto rimane ferma l’intenzione di continuare e completare, con il sostegno degli istituti di credito, maestranze e committenti, la costruzione delle tre navi attualmente in opera nei nostri cantieri». Una procedura studiata a tavolino, ma che in qualche modo mette a riparo i soci da una drammatica ipotesi di bancarotta. In un certo senso proprio questa rimane la cartina di tornasole di tutta l’operazione di salvataggio della De Poli da una fine traumatica. Le tre navi rappresentano non solo un onere per l’impresa dell’isola, ma anche l’àncora di salvezza nella speranza che proprio gli istituti di credito consegnino nuovi fondi all’azienda in modo che, superata anche parzialmente la congiuntura economica negativa anche a livello internazionale, si possa poi ripartire con l’attività produttiva. In caso contrario per la De Poli ci sarebbe solo lo spettro della chiusura definitiva.
      Paolo Navarro Dina

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