sabato 6 dicembre 2008

Fermi i cantieri De Poli: mancano i soldi

Assemblea dei lavoratori: «Temiamo di non essere pagati». L’azienda smentisce: «C’è stato solo un rallentamento per un problema di cassa»

 

Le ditte esterne non lavorano più dall'inizio del mese. E anche i lavoratori dei cantieri De Poli sono entrati ieri in agitazione: temono per il loro stipendio, anche se l'azienda assicura che tutti saranno pagati e che c'è stato solo un rallentamento legato ad un problema di liquidità. Di certo, anche nei cantieri navali di Pellestrina , c'è molta preoccupazione per una crisi che sta colpendo un po' tutti. E mentre i lavoratori si sono riuniti in assemblea, la Fiom-Cgil ha rinnovato la richiesta di un incontro con l'azienda che a questo punto potrebbe tenersi la prossima settimana. «Siamo fermi da giorni - raccontano quelli dell'Rsu, reduci dall'assemblea -. Le commesse ci sono: abbiamo due navi in bacino, ma mancano i soldi per pagare i lavoratori. Così da dicembre non ci sono più le ditte esterne. Siamo rimasti solo noi. Finora ci hanno sempre pagato e ci pagheranno anche novembre, ma temiamo per la tredicesima e per lo stipendio di dicembre». I lavoratori riferiscono di un incontro che l'azienda ha avuto con le banche: «Che sarebbero anche disponibili a finanziare l'azienda, ma che avrebbero tempi lunghi, di un mese, un mese e mezzo. Ecco perché temiamo per i nostri stipendi». Il segretario della Fiom, Giorgio Molin, si dice molto preoccupato: «Per più ragioni. Perché l'azienda sta esaurendo il portafoglio ordini. Perché per un periodo non sono stati pagati i fornitori. Ultimamente, poi, c'è stato un repentino cambio di management e la proprietà sembra interessata più all'armamento che alla costruzione. Non vorremmo che il prezzo di questa operazione fosse pagato dal cantiere di Pellestrina ».

L'azienda, da parte sua, non rilascia dichiarazioni ufficiali, ma smentisce l'eventualità di lasciare i lavoratori senza soldi. Tredicesima e stipendi, insomma, saranno pagati. A sentire fonti vicine alla De Poli, a complicare la vita all'azienda, sarebbero stati, oltre alla crisi generale, anche gli ultimi stop forzati dei lavori. Prima per l'incidente che è costato la vita ad un operaio l'anno scorso, poi per la recente causa con dei vicini per i rumori. Così si sono sovrapposte bene tre commesse (le due navi ancora in bacino, più una terza che lo ha appena lasciato), che hanno creato un problema di liquidità all'azienda. La prassi, infatti, vuole che l'armatore paghi il cinquanta per cento del lavoro per poi saldarlo alla consegna. E in genere i cantieri di Pellestrina sfornavano una nave alla volta per non avere troppo denaro scoperto. Quello che invece è successo stavolta e che ha costretto l'azienda a rallentare la produzione. Per questo le aziende esterne, per il momento, sono state lasciate a casa (oltre un centinaio di lavoratori, a fronte di un'ottantina di interni). Ma grazie all'intervento delle banche, il problema dovrebbe essere superato. Fin qui la posizione, pur ufficiosa, dell'azienda. Resta però tutta la preoccupazione dei lavoratori: «In tanti anni di lavoro per questo cantiere una cosa del genere non era mai accaduta».

R. Br.

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