venerdì 24 ottobre 2008

In un libro ricostruiti i rapporti tra il veneziano don Olinto Marella e Padre Pio

 

Pellestrina , San Giovanni Rotondo: un filo diretto. Viene presentato oggi, alla Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo il volume Padre Pio tra Marella e Lercaro, scritto da Carlo Vietti e Giusy Ferro, con i disegni di Rachele Ferro, edito da Tempinuovi - gli eventi del XX secolo. Si tratta di un'indagine storica che ricostruisce i rapporti del veneziano don Olinto Marella e del cardinale bolognese Giacomo Lercaro con Padre Pio, ma anche il legame tra Pellestrina , Bologna e San Giovanni Rotondo fin dagli anni Venti, fino a chiedere quale sarebbe stata e se si sarebbe sviluppata l'opera di apostolato di San Pio, senza l'apporto di don Marella, parroco di Pellestrina .

Don Olinto Marella, infatti, già agli inizi del secolo, si dedica alle attività educative dell'isola e realizza proprio a Pellestrina il primo ricreatorio popolare in ambito veneziano. Ma va anche a rivoluzionare la chiesa, sulla scia della Rerum Novarum,fino a proporre scuole con maschi e femmine. Stanno circolando le idee di Romolo Murri (esponente del modernismo cattolico) e nasce nell'isola anche un circolo per propagandarne le idee. L'ispiratore del Marella è soprattutto un anziano prete locale, don Felice Renier, che svolge un'intensa azione caritativa a favore dei giovani e dei poveri di Pellestrina . L'amicizia di don Marella con Romolo Murri e le sue idee contestate dal tradizionalismo ecclesiale comportano la sospensione a divinis del Marella, comminata dal vescovo Antonio Bassani. Da quel momento Marella peregrina per l'Italia, lavorando come professore di storia e filosofia. Approda a Bologna, dove stabilisce una grande amicizia con il vescovo, cardinale Nasalli Rocca, che lo riporta nella Chiesa ufficiale. E qui incontra e diviene fraterno amico di padre Pio.

Tullio Cardona

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