giovedì 4 settembre 2008

Operai contro residenti a Pellestrina

 


Operai contro residenti a Pellestrina , la lunga e stretta isola di pescatori abitata da poco più di 4mila persone, che divide la laguna sud di Venezia dal mare. Oggetto del contendere sono i cantieri navali De Poli, 350 dipendenti, la più importante realtà produttiva dell'isola, da lunedì sera bloccata dal Magistrato alle acque perchè troppo rumorosa, dopo la denuncia presentata da una famiglia che abita al confine con l'azienda e che lamenta una situazione non più sopportabile.

Ieri, dalle 9 alle 12, gli operai dei cantieri navali sono scesi in strada per difendere l'azienda e protestare contro il provvedimento di sospensione dell'attività, prendendosela con la famiglia Vianello, colpevole ai loro occhi di mettere a rischio attività e posti di lavoro. La manifestazione pacifica, con cartelli, volantinaggio e cori di protesta, ha reso difficoltosi per un paio di ore gli spostamenti sull'isola, percorsa da una sola strada principale che costeggia per oltre 10 chilometri i cosiddetti Murazzi, la difesa di pietre e cemento che la difende dal mare. Il ferry di linea 11, che collega Pellestrina a Lido-Alberoni, ha accumulato un ritardo di circa mezz'ora.

Oggi la manifestazione si sposterà a Venezia: gli operai hanno annunciato una protesta davanti alla sede della Capitaneria di Porto. A loro avviso la sospensione dell'attività è senza motivo: i limiti di rumore sarebbero rispettati, tanto che il Tribunale ha dato recentemente ragione ai cantieri, respingendo il ricorso d'urgenza della famiglia Vianello. «Chiediamo solo che i lavori sulle navi in costruzione possano riprendere al più presto, altrimenti il cantiere rischia la chiusura spiega Alessio Boscolo, uno dei lavoratori dei De Poli Lavoriamo in circa 350 in questo cantiere. Dopo i due blocchi per gli incidenti mortali siamo già in ritardo: questa ulteriore frenata rischia di far saltare tutto. Proprio non ci voleva».

«Vogliamo solo lavorare come abbiamo sempre fatto aggiunge Bortolo Serramondi, un altro operaio Su queste navi ho lavorato anche la settimana di Ferragosto, ed è stato un supplizio. Il problema sono i rapporti con il vicinato: al minimo rumore chiamavano i carabinieri, la polizia municipale. Eppure recentemente sono state fatte delle verifiche che hanno confermato che la situazione non è preoccupante o pericolosa. Una famiglia non può bloccare l'intera attività di un cantiere!».Per oggi è previsto anche un comunicato stampa dell'azienda, che ieri ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione, in attesa che i suoi legali decidano le iniziative più efficaci per opporsi al provvedimento di sospensione delle attività lavorative ordinate dal Magistrato alle acque negli specchi d'aqua e nei terreni demaniali dati in concessione ai De Poli. A questo provvedimento, firmato dal dirigente dell'Ispettorato, l'ingegner Giampietro Mayerle, e notificato martedì pomeriggio, si è aggiunto ieri mattina l'avviso di avvio di un procedimento per l'inibizione delle attività cantieristiche rumorose da parte della Direzione Ambiente e sicurezza del territorio del Comune di Venezia. Il documento, a firma del direttore Luigi Penzo, fa riferimento a relazioni di Ulss e Arpav che hanno evidenziato il superamento dei limiti di legge, e il conseguente pericolo per la salute pubblica in relazione all'eccessivo rumore. Entro 7 giorni i cantieri De Poli sono stati invitati a presentare al Comune eventuali memorie e documentazione sulla vicenda.

La famiglia Vianello è in "guerra" con i cantieri navali da circa 15 anni, lamentando l'eccessiva rumorisità dell'attività, ma anche l'aria resa irrespirabile dalle vernici utilizzate per le navi in costruzione. Una prima tregua era stata raggiunta con la sigla di un accordo transattivo, con il quale i De Poli si impegnavano a non superare il livello di 70 decibel di giorno e di 60 la notte. Ma la famiglia Vianello sostiene che questi livelli sono sempre violati, di almeno 5 decibel, e ha riaperto le "ostilità". La situazione sarebbe decisamente peggiorata da quando l'azienda, finita in parte sotto sequestro penale alcuni mesi fa a seguito di due incidenti costati la vita ad altrettanti operai, ha ripreso l'attività a pieno ritmo, lavorado contemporaneamente a tre navi, una delle quali praticamente di fronte all'abitazione dei Vianello. Gli avvocati dei Vianello, Elio Zaffalon e Antonella Pietrobon, hanno presentato anche una denuncia penale segnalando, tra l'altro un asserito aumenti di casi di tumore nella zona.

Gianluca Amadori

Lorenzo Mayer

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