domenica 4 novembre 2007

Lido e Pellestrina tornano alla carica

 

Dopo Burano, anche il Lido e Pellestrina tornano a chiedere, in modi diversi, l'autonomia da Venezia. Cresce lo spirito autonomista, e il centro storico rischia di perdere pezzi pregiati.

E al Lido c'è chi vedrebbe di buon occhio anche l'ingresso all'interno del Comune di Cavallino-Treporti, piuttosto che rimanere legati al centro storico.

A dirlo è l'avvocato Francesco Mario d'Elia, leader del movimento per l'autonomia del Lido.

«Il Lido - ribadisce d'Elia - avrebbe tutti i requisiti per rendersi Comune autonomo. Voglio ricordare che c'è già, depositato in Regione, da parte del sottoscritto, un progetto di legge d'iniziativa popolare per indire un referendum sulla separazione del Lido. Questo è il primo passo per avviare l'iter e raccogliere le 5mila firme per richiedere il referendum. Il concetto è semplice: già Venezia, centro storico, è diventata ormai periferia estrema di Mestre e della sua terraferma, figurarsi il Lido che è ormai diventato l'ultimo "fronte dell'impero". Teniamo presente, infine, che il Lido ha sempre avuto uno spirito autonomista, tanto che, in occasione dell'ultimo referendum per la separazione di Venezia e Mestre, è stato l'unico quartiere dove hanno vinto i "sì". Questo segnale vuol certo dire qualcosa».

Se non sarà possibile l'autonomia, almeno l'ingresso nel Comune di Cavallino.

«Stiamo studiando - riprende d'Elia - se, dal punto di vista burocratico e amministrativo, ci sono gli estremi per realizzarla. Istituire così il Comune de "I Lidi di Venezia"». Anche a Pellestrina , dalla delegazione di zona, si respira un po' di malumore per l'accorpamento con la municipalità del Lido. Il presidente di delegazione di zona Domenico Gorin, (Forza Italia) promette novità per il 2008. «Ora staremo a vedere l'evolversi della situazione - sottolinea Gorin - il prossimo anno agiremo di conseguenza. Nella Municipalità del Lido non ci sentiamo molto considerati, ma, dopo aver lanciato più volte questo grido d'allarme, sempre inascoltato, ora non è più il tempo dei proclami. Bisogna solo entrare in azione. «La nostra isola - dice - non ha paragoni con il resto d'Italia, qui è quasi impossibile fare politica. Ho già inviato la mia relazione a Ca' Farsetti, sostenendo che, a mio modo di vedere, le Municipalità e rispettive Delegazioni, non servono a nulla».

Lorenzo Mayer

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