venerdì 20 luglio 2007

Gli interventi per la costruzione del Mose non piacciono alla Commissione europea..


Gli interventi per la costruzione del
Mose in corso nelle tre bocche di porto non piacciono alla Commissione
europea, la quale ha inviato un nuovo avvertimento all'Italia. Si
tratta del la seconda "messa in mora" emessa nel giro di un anno nell'ambito del
la stessa procedura d'infrazione. In altre parole, il commissario
all'Ambiente Stavros Dimas non è convinto che sia stato fatto molto per
salvaguardare le caratteristiche dei siti ecologici di interesse
comunitario nei quali i cantieri sono tutti e tre inseriti e pertanto
ha chiesto al Governo di inviare entro un mese le proprie osservazioni.
Le spiegazioni finora fornite evidentemente non sono state ritenute
sufficienti, soprattutto dopo la visita ai cantieri di tre ispettrici del
la Commissione Laura Tabelloni, Giuliana Torta e Pia Bucella, che a
metà maggio avevano compiuto un sopralluogo di due giorni. Nel mirino
sarebbe soprattutto il cantiere di prefabbricazione a Santa Maria del Mare
, un'immensa piattaforma di 100 per 400 metri in cui saranno assemblati
i cassoni in cemento armato che dovranno accogliere le paratie mobili.
Nei progetti originari tali cassoni si dovevano costruire nei porti di
Ravenna, Taranto e addirittura Cagliari per poi essere trainati via mare con dei rimorchiatori.

Questa realizzazione aveva provocato la richiesta da parte del Ministero del
l'Ambiente di "sospendere l'approvazione e/o la realizzazione di tali
opere e di presentare la necessaria istanza al ministero" per la
valutazione d'impatto ambientale. La lettera, firmata dal direttore
generale Bruno Agricola e inviata il 17 maggio al Magistrato alle
Acque, ricordava i pesanti vincoli naturalistici e paesaggistici
europei che pesano sulla zona.

«I sopralluoghi - commenta Stefano Boato, rappresentante del Ministero del
l'Ambiente in commissione di Salvaguardia - sono stati decisivi perché
le ispettrici hanno potuto vedere con i loro occhi lo sconvolgimento
che è stato creato. Paradossalmente, i cantieri del Mose sono ancora più impattanti del Mose stesso. Queste sono opere evitabili e come tali vanno fermate prima che lo scempio diventi irreversibile».

Di tutt'altro avviso l'ex sindaco e attuale presidente del la commissione Trasporti del Parlamento europeo, Paolo Costa: «Quello del
la Commissione europea - commenta - mi sembra un atteggiamento
pilatesco, come se volessero prendere tempo. Una cosa è però certa:
l'incidenza ambientale dei cantieri non c'entra proprio niente con il
progetto. Non credo che sarà da perderci il sonno».

Michele Fullin

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