venerdì 8 giugno 2007

PELLESTRINA. Busetto si difende dopo i tre anni di squalifica: «Niente sputi, nè mutande abbassate»


Nel 2003 fu il posteriore
esposto in bella mostra da Paolo Di Canio, allora in forza ai londinesi
del Charlton, a rimbalzare a fare il giro di televisioni e siti
internet. Pochi mesi fa, il 30 settembre 2006, a imitarlo è stato Joey
Barton del Manchester City il quale per festeggiare il gol rifilato
all'Everton si abbassò i calzoncini esibendo le natiche ai tifosi
avversari, concedendo in seguito pure il bis contro il Blackburn. Da un
paio di giorni invece a salire, nel suo piccolo, alla ribalta per
un'analoga esposizione è stato il giocatore del Pellestrina
(compagine appena retrocessa in Terza categoria dopo l'1-3 di sabato
scorso a Saccolongo) Williams Busetto che per citare il comunicato
ufficiale della Figc condotto fuori dal campo a forza dai compagni, si
calava i calzoncini ed esibiva il sedere al pubblico in segno di
scherno. Questo episodio, condito da altri comportamenti sopra le righe
(una volta espulso per un fallo di gioco avrebbe sputato in faccia
all'arbitro, ostacolando il rientro negli spogliatoi agli ufficiali di
gara, minacciandoli verbalmente ed offendendoli, e desistendo solo per
l'intervento del capitano e dell'allenatore) è costato a Busetto una
maxi squalifica di tre anni, fino al 2 giugno 2010. Ma il ventunenne
non ci sta e annuncia che presenterà ricorso agli organi competenti.

Quello
che è stato scritto dall'arbitro nel suo referto, e che mi potrebbe
costare un lungo stop, per la quasi totalità non corrisponde al vero.
L'unico addebito che riconosco sono le parole del diretto interessato è
di aver detto senza tanti riguardi all'arbitro quello che in quel
momento pensavo di lui. L'ho offeso, ma solo a fine gara e soprattutto
non l'ho minacciato.

Inizia
così la difesa personale di Williams Busetto: il calciatore tra l'altro
rientrava in campo proprio sabato scorso dopo due anni di assenza per
alcuni seri infortuni al legamento crociato e al menisco del ginocchio.

Ammetto
che ero teso, non giocavo da una vita e ero piuttosto preoccupato e
attento a non farmi male. Ormai stavamo perdendo 2-1 a tempi
supplementari inoltrati, sono stato gettato nella mischia come mossa
disperata e non avevo alcuna intenzione bellicosa: per carità un po' di
nervosismo c'era, ci giocavamo la salvezza e per di più sugli spalti i
tifosi padovani si stavano comportando male con noi pellestrinotti.
Sono stato espulso esageratamente per un normale fallo da tergo: nel
referto c'è scritto che avrei procurato all'avversario un grosso
ematoma. Allora come mai proprio lui appena l'ho sgambettato è balzato
in piedi a chiedere la mia espulsione? Peraltro i sanitari del
Saccolongo non sono nemmeno dovuti entrare per soccorrerlo, infatti non
si era fatto nulla.

Appena
mi è stato mostrato il cartellino rosso prosegue Busetto l'arbitro si è
voltato, io ho contestato il provvedimento ma non gli ho assolutamente
sputato, lui era girato e tra noi c'erano pure due giocatori avversari.
Come fa a dire che gli ho sputato? Vorrei proprio chiederglielo di
persona.

Veniamo infine all'episodio più eclatante, quello dei calzoncini abbassati verso il pubblico

Anche
questo non è vero, io non mi sono mai girato di spalle alla tribuna e i
pantaloncini li ho abbassati leggermente per infilarci dentro la
maglietta. Tutto qua. Io ho sbagliato a offendere e chiedo scusa, ma
non mi vanno giù tutte le falsità riportate in quel referto.

M.D.L.

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