martedì 13 marzo 2007

Dopo il pestaggio in classe, per la scuola è tutto normale

Genitori, insegnanti, preside e psicologa: «Episodio non grave come è stato denunciato». Oggi una nuova riunione

Sbigottimento,
incredulità, stupore. All'indomani della pubblicazione della notizia di
un atto di bullismo, avvenuto nella scuola elementare Zendrini di Pellestrina
, con protagonisti, bambini di sette anni, in isola è una levata di
scudi, a livello unanime, nel difendere la scuola, gli operatori e gli
stessi bambini, perchè per tutti appare incomprensibile pensare che un
litigio tra piccoli coetanei possa essere definito pestaggio o
bullismo.I fatti, racchiusi in una lettera giunta in redazione, parlano
di una vera aggressione, da parte di quattro bimbi, nei confronti di un
loro compagno. Sono volati calci, pugni, e anche una sediata sulla
schiena, la piccola vittima ha riportato ecchimosi all'inguine. Il
tutto è stato confermato, in seguito, da testimoni e dal dirigente
scolastico, ma è l'ottica di lettura dell'intera vicenda che per i
pellestrinotti mettono in discussione.«Rischiamo di sollevare un grande
polverone per un banale litigio tra bambini - dice Maria Assunta Sanna,
un genitore - episodi come questi, non dico che siano normalità tra
coetanei, ma accadono. La sensazione è invece che qualcuno, per motivi
che ignoro, abbia voluto far scoppiare un caso sensazionale dove il
sensazionale non esiste». Intanto ieri mattina, proprio per l'impatto
emotivo provocato dalla pubblicazione della notizia, vi è stata una
riunione tra il dirigente scolastico, Roberto Sintini, i suoi
collaboratori, Stefano Stipitivich, i maestri Mauro Scarpa e Claudia
Ghezzo, insieme ai genitori dei bambini protagonisti dei fatti e alle
loro insegnanti di sezione.Oggi, alle 16.30 saranno convocati i
genitori dell'intera classe. «Continuo ad essere sereno - commenta il
preside - la nostra scuola ha un buon rapporto con l'utenza, e lavora
initerrottamente per educare i bambini a crescere in modo sano. È
indubbio che la lettera inviata al Gazzettino nasconde un disagio, ma
l'episodio avvenuto non ha la gravità che quella lettera implica». Da
parte loro, anche le insegnanti di sezione, seppur amareggiate, si
proclamano serene. «Quel giorno è stato un giorno normale. L'episodio è
avvenuto, ma sempre nella sfera della normalità. Non vi sono state
urla, pianti. Praticamente, è stato un litigio tra bambini conclusosi
in modo sicuramente sbagliato, violento, ma parlare di bullismo, è
molto più che eccessivo». E terminano ripetendo che la classe e le
famiglie sono unite e solidali. I bambini giocano insieme con
naturalezza e spontaneità, come è tipico della loro età, e a volte
litigano. «Da cinque anni - afferma Fiorenza Fontanella, la psicologa
che nei prossimi giorni si incontrerà con le famiglie dei protagonisti
della vicenda - il comprensorio scolastico dell'isola, quindi scuola
elementare e media, ha un punto d'ascolto, gestito dalla dottoressa
Sitran dell'associazione Lido Donna. Un punto d'ascolto, unico rispetto
alla realtà scolastica del comune di Venezia, che lavora sempre con
insegnanti, bambini e famiglie. Appena accaduto il fatto sono stata
avvertita e ho ascoltato tutte le parti in causa».«Sulla base dei dati
raccolti - continua la psicologa - sottolineo che non è stato un atto
di bullismo. Per parlare di questo, vi deve essere un'intenzione, una
durata ed una intensità del fatto che non è riconducibile a
comportamenti di bimbi di seconda elementare. Possiamo parlare di
imitazione, sbagliata, negativa, che va corretta, ma, ribadisco,
sicuramente non di bullismo. Di questo se ne è discusso con ragazzini
più grandi, realizzando un lavoro di racconto. Mi sento di dire
conclude che la realtà dell'isola è sana, che la scuola, grazie
all'attenzione del preside e degli insegnanti, è sana. Ed è proprio
grazie all'ascolto che difficoltà e problemi possono essere elaborati o
superati».

Annalisa Busetto

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