domenica 10 settembre 2006

Dopo oltre cento anni di permanenza sull'isola...


Dopo oltre cento anni di permanenza sull'isola, se ne vanno le suore Canossiane. Una partenza legata alla mancanza di vocazioni. Da 10-15 suore degli anni d'oro, oggi infatti sono rimaste in tre; madre Maria, madre Moretta e madre Paola, le prime due tra l'altro, abbastanza anziane, e la madre generale, sicuramente con sofferenza, ha deciso il loro trasferimento e la chiusura della casa. Una perdita enorme per l'isola: le suore dei Busetti, come vengono chiamate per differenziarle dalle consorelle «figlie di Maria Addolorata», presenti sempre a Pellestrina in sestier Scarpa, sono parte della comunità.L'annuncio è stato dato nelle parrocchie da don Pierangelo Laurenti: la notizia circolava da tempo, ma nessuno l'aveva presa sul serio. Chi in questi giorni è andato a chiedere conferma, ha visto le suore indaffarate a confezionare pacchi e pacchetti, a imballare oggetti, a rimuovere quadri e mobili.Si tratta di un avvenimento importante, perché queste suore, amate da tutti, hanno sostenuto e condiviso la fede della comunità, hanno contribuito all'educazione dei bambini e alla formazione dei loro genitori, hanno accompagnato i ragazzi nell'età difficile dell'adolescenza, e non sono mai mancate, con la parola e l'esempio, dove c'era un problema, un disagio, un dolore. La loro scuola materna era diventata nel tempo molto più che una scuola: si trasformava infatti in luogo d'incontro, in sede di feste per bambini e ragazzi, centro di aggregazione per giovani, adulti ed anziani.

Arrivate a Pellestrina nel 1900, con dimora nelle vicinanze della Chiesa di Ognissanti, da sempre hanno svolto il ruolo di educatrici e maestre di lavoro. Accolsero subito nei loro locali i bambini, le ragazzine e le giovani donne, per insegnare loro un lavoro. Erano anni in cui dominava la fame e l'ignoranza, e loro, col principio della loro madre fondatrice, Maddalena di Canossa, iniziarono a fare opera di alfabetizzazione e a cercare di aiutare le molte famiglie indigenti. Qualcuna di loro ebbe la brillante idea di realizzare un orto, per coltivare verdura e frutta, e un pollaio. I prodotti venivano distribuiti poi alle famiglie più bisognose.Le anziane dell'isola si illuminano a ricordare gli interi pomeriggi trascorsi da giovani ragazze a lavorare con il tombolo, a ricamare, ad apprendere nozioni di economia domestica, un po' pregando, un po' ridendo, un po' chiacchierando, sotto la costante attenzione di madre Lorenzina, una suora pellestrinotta. Qualcuna addirittura racconta di aver conosciuto lì il suo futuro marito.


Poi la società è cambiata; l'isola è migliorata a livello sociale ed economico, e anche il ruolo delle suore si è modificato. Ma la loro presenza discreta ha continuato ad essere importante.


Annalisa Vianello

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