venerdì 4 agosto 2006

In paese troppe discariche a cielo aperto

PELLESTRINA È necessario intervenire per trovare una collocazione agli scarti delle lavorazioni edili

 

Grandi discariche a cielo aperto, dove vi è presente di tutto; vecchia mobilia, ramaglie, ma, e soprattutto scarti di lavorazioni edili. Due le zone più colpite da questo degrado; la zona verde situata dietro il cimitero di Pellestrina , e una parte di S.Maria del Mare, due angoli dell'isola, lontani dal centro abitato, incolti e con canneti, raggiungibili per strade sterrate e quindi non agevoli, di proprietà del demanio.

Da anni, periodicamente, e sempre sugli stessi luoghi, perché "lontani da occhi indiscreti", viene scaricato di tutto e di più. Fino a qualche mese fa, un'altra discarica era presente, visibile a tutti, in località La Mara, addossata al murazzo storico. Da quando Vesta ha tolto i cassonetti, nell'intenzione proprio per ovviare al deposito, questa è sparita, intensificando le altre. Ma, se è possibile intervenire su ingombranti e ramaglia con interventi periodici e mirati, ciò risulta più difficile per i calcinacci. Sicuramente, da parte delle ditte edili isolane vi è una marcata mancanza di rispetto, sia per l'ambiente che per i residenti, ma, fino a tre anni fa, quando era ancora aperto l'unico centro di stoccaggio e riciclaggio di materiali edili, la situazione era completamente diversa. Tutti conferivano li', anche se esistevano comunque le eccezioni e l'isola era molto più dignitosa. Ma perché il centro è stato chiuso? A raccontarlo è Cristiano Vianello, proprietario del centro e della storica ditta "Vianello Doretto", operativa dal 1863. «Avevamo aperto nel 90, esclusivamente per la raccolta dei materiali del Consorzio Venezia Nuova (che al tempo stava realizzando il banchinamento). Poi, la richiesta e le numerose sollecitazioni, intuendone la comune utilità, da parte delle associazioni degli artigiani. Nel 2003 un'ispezione della guardia di finanza, ne decise la chiusura perché il parere della Salvaguardia, secondo i loro controlli, era scaduto». Vianello continua a raccontare di quanto si sia sentito preso in giro in questi tre anni. «Nel febbraio del 2004 presentammo un nuovo progetto. Dopo quasi due anni in cui il Comune ha fatto inserire continui adeguamenti, alla fine ha dato parere favorevole. Il tutto è passato poi alla Salvaguardia che ci ha risposto che l'area del centro è zona SIC, richiedendoci uno studio sull'impatto ambientale. Inutile dire - conclude Vianello - che siamo allibiti. Il centro sorge nell'area limitrofa alla zona Sic, adiacente ad un impianto di stabulazione esistente. Tra l'altro, la Salvaguardia ha chiesto al Comune la conformità urbanistica dell'area, che, nella nuova Variante è indicata appunto come zona di stoccaggio». Oggi, seppur deluso e amareggiato da tutte queste contraddizioni, Vianello continua a lottare per riaprire il suo centro ed anche, per offrire alle ditte e alla cittadinanza questo servizio, oggi più che mai indispensabile.

Annalisa Vianello

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